La mastoplastica additiva, intervento finalizzato ad aumentare il volume del seno tramite impianto di protesi, prevede diverse vie d’accesso chirurgico. La selezione della tecnica più adeguata non è mai casuale ma risponde a criteri precisi che uniscono valutazioni cliniche, esigenze estetiche e preferenze della paziente. Di seguito, un’analisi dettagliata dei fattori che determinano la scelta dell’incisione più appropriata.
La varietà delle incisioni disponibili
Tra le possibilità principali per inserire le protesi mammarie, le linee guida individuano tre vie d’accesso: il solco mammario, l’areola e il cavo ascellare. Ognuna di queste opzioni presenta caratteristiche peculiari in termini di posizionamento della cicatrice, controllo del campo operatorio e impatto sulla forma finale della mammella.
L’accesso nel solco mammario si effettua tramite un’incisione di circa 4-6 centimetri posizionata nella piega naturale sotto il seno. È considerato uno degli approcci più utilizzati grazie alla possibilità di controllare direttamente il piano di scollamento e l’alloggiamento della protesi. L’incisione peri-areolare o trans-areolare, invece, è eseguita sul bordo inferiore dell’areola o attraverso di essa e offre un buon compromesso tra visibilità della cicatrice e praticità d’esecuzione. Infine, l’incisione ascellare prevede il posizionamento di una cicatrice nella piega del cavo ascellare, scelta che consente di lasciare la mammella priva di segni evidenti ma richiede un’abilità tecnica più avanzata.
La disponibilità di queste vie consente al chirurgo di valutare caso per caso la soluzione più adatta, integrando le considerazioni morfologiche e i desideri espressi dalla paziente.
La competenza tecnica del chirurgo
Un elemento determinante nella selezione della via d’accesso è la capacità tecnica del professionista. La manualità acquisita nell’uso di un determinato approccio chirurgico condiziona infatti l’efficacia e la sicurezza dell’intervento. Il documento AICPE sottolinea come la scelta sia a discrezione del chirurgo, che dovrà tenere conto della propria esperienza e confidenza con le varie tecniche disponibili.
Ad esempio, l’accesso nel solco mammario, pur essendo molto diffuso, richiede precisione per ottenere una cicatrice ben posizionata e simmetrica. La via peri-areolare implica una maggiore attenzione alla gestione dei tessuti ghiandolari e alla riduzione del rischio di contaminazione batterica, che può favorire la contrattura capsulare. L’approccio ascellare, infine, si caratterizza per una curva di apprendimento più lunga, in quanto comporta una visibilità indiretta del campo operatorio e richiede l’impiego di specifici strumenti per creare la tasca protesica.
Proprio per questi motivi, la competenza del chirurgo è una condizione imprescindibile per la corretta esecuzione dell’intervento e la minimizzazione delle complicanze.
Le caratteristiche della protesi e dei tessuti
Un altro aspetto essenziale che orienta la scelta dell’incisione è rappresentato dalle proprietà della protesi mammaria. Il volume, la forma e soprattutto il grado di coesività del gel di silicone influenzano la maneggevolezza del dispositivo al momento dell’inserimento.
Protesi di grandi dimensioni o con contenuto altamente coesivo risultano meno deformabili e possono rendere più difficile l’inserimento attraverso un’incisione di piccole dimensioni, come quella periareolare. In questi casi, l’accesso nel solco mammario offre un vantaggio in termini di spazio e facilità di posizionamento.
Inoltre, lo spessore e l’elasticità della cute e dei tessuti sottostanti, insieme al diametro dell’areola, sono fattori da considerare. Quando il diametro areolare è ridotto e non consente di introdurre la protesi in sicurezza, si rende necessario concordare con la paziente l’adozione di una via alternativa. La presenza di asimmetrie mammarie, anomalie anatomiche o pregressi interventi possono infine richiedere scelte personalizzate, nell’ottica di ottenere un risultato naturale e armonioso.
Il ruolo delle preferenze della paziente
Accanto ai criteri strettamente tecnici, un ruolo di rilievo è attribuito ai desideri della paziente, che deve essere adeguatamente informata su vantaggi e svantaggi di ogni opzione.
Il documento AICPE ribadisce l’importanza del consenso consapevole, affinché la paziente comprenda la posizione e l’estensione delle cicatrici, le potenziali modificazioni della sensibilità areolare e gli esiti cicatriziali permanenti. Alcune donne, ad esempio, preferiscono l’incisione ascellare per evitare segni sul seno, mentre altre accettano la cicatrice nel solco mammario per garantire una maggiore precisione nel posizionamento della protesi.
La fase di colloquio preoperatorio diventa quindi essenziale per condividere tutte le informazioni, chiarire i dubbi e definire un percorso condiviso che rispetti le aspettative estetiche e le esigenze cliniche. Solo un approccio multidimensionale, che contempli esperienza del chirurgo, caratteristiche anatomiche e preferenze personali, permette di individuare la via d’accesso più appropriata per ciascun intervento di mastoplastica additiva.